C’è una voce che non urla, ma vibra. Che non cerca il centro del palco, ma scava nel buio delle
stanze chiuse, dove si sussurra più che si canta. “AMEVOX”, l’EP di Scaramuzza disponibile dal 30
maggio, è questo: il suono di una voce che non chiede il permesso, ma resta anche quando tutto
sembra volerla spegnere.
“AMEVOX” si apre come una finestra su un mondo interiore complesso, attraversando
inquietudini e piccoli bagliori, tra macerie da sorreggere, paure da decifrare, relazioni che si
piegano per non spezzarsi. Ogni brano è un fotogramma di un’identità in costruzione, di una
sensibilità che si interroga, si spezza, si ricuce.
Nel cuore dell’EP c’è la voce – non solo come timbro, ma come presenza. Una voce fragile e viva,
spesso lasciata nuda tra intrecci di elettronica, strumenti reali, silenzi sospesi e aperture
melodiche che si accendono all’improvviso. È una voce che non interpreta, ma testimonia. Che
dice “ci sono ancora”, anche quando il mondo attorno sembra collassare.
I quattro brani del progetto sono come quattro modi diversi di dire la stessa cosa: che c’è
bellezza dove le cose si incrinano, verità nel dubbio, forza nell’empatia. “CASE IMMOBILI”
parla di legami immobili solo in apparenza, sospesi tra il desiderio di restare e la paura di crollare.
“VIPERA” trasforma l’ansia in una creatura viva, che stringe ma non vince. “ALBA” accarezza il
momento in cui si smette di forzare l’incastro e si impara a lasciar andare. “HO VOCE ANCORA”
raccoglie tutto e lo rilancia, come una brace che non ha mai smesso di ardere. Il viaggio di Marco
è nella vulnerabilità, intesa non come resa, ma come forma autentica di resistenza.
Non è un EP che cerca risposte. Ma è pieno di domande giuste, di immagini che restano addosso,
di versi che sembrano sussurrati all’orecchio in una notte lunga. “AMEVOX” è il suono di chi non
ha più paura di guardarsi dentro. Ed è proprio per questo che riesce a toccare così a fondo.
Scaramuzza, nome d’arte di Marco Scaramuzza, è un cantautore che trova vita a Venezia, in una
casa a Cannareggio. Nelle sue canzoni c’è un’attenta ricerca testuale, in grado di creare immagini
evocative e rappresentative. L’artista si propone di muoversi trasversalmente tra diversi generi
musicali. Con una fusione di suoni acustici ed elettronici, la voce diventa il filo conduttore che
unisce il tutto. La sua carriera artistica inizia nel teatro sperimentale, dove, per quasi un decennio,
esplora l’improvvisazione come mezzo di espressione. È durante un viaggio in barca a vela che
decide di dedicarsi completamente alla musica. Nel 2021 pubblica il suo primo EP, “Gli Invisibili”,
mentre a fine 2022 esce il disco “Misericordia”, prodotto da Novecento e pubblicato in
collaborazione con Formica Dischi, un lavoro che segna un ulteriore passo nella sua evoluzione
artistica, con testi che parlano di viaggi interiori e spirituali. Scaramuzza si è esibito in locali e
rassegne della scena veneziana, come Argo16 e Il Vapore Musica, estendendo poi la sua attività
live anche a Roma, all’Alcazar per Spaghetti Unplugged, e a Milano Cantautori in occasione della
MMW 2024. Che sia in formazione full band o in versione duo, le sue performance riflettono
l’anima del suo progetto: un viaggio musicale e umano che parte dalle radici veneziane e si
spinge verso nuovi orizzonti. Attualmente circondato da una squadra di musicisti, Scaramuzza
continua a esplorare nuovi territori sonori, lavorando a un prossimo EP. La sua musica è una
celebrazione del viaggio, della ricerca e della scoperta, in cui la sua voce, sempre ricca di
emotività, rimane il filo conduttore di ogni racconto. “AMEVOX” è il suo nuovo EP, disponibile dal
30 maggio.