Il rock dei Bangout è particolare e ben strutturato. Si parte da una base classica che unisce sia il metal contemporaneo che l’hard rock, e si aggiungono poi elementi interessanti come le tastiere ed effetti vari, che risaltano molto e danno un tocco rotondo e “notturno” a delle canzoni che vi lasceranno incollati allo stereo, talmente è tanta la potenza espressa da brani come “Something Special”, “Animal” e “Stupid Bitch!”.
La produzione, molto moderna e compatta, fa risaltare delle chitarre che riescono a colpire in faccia a dovere, salvo poi di tanto in tanto stemperarsi in un mare di melodia e tristezza, come succede in “Roots To Stone”, canzone che rivela l’anima più sentimentale di questa band di veri animali del rock. Sì perchè se non bastasse abbiamo altre canzoni rocciose come “Survive The Fall” e “Paradise ‘99” che sono la dimostrazione lampante di una band che non ama i mezzi termini e che guarda al passato ma soprattutto al futuro, proponendo qualcosa di classico ma che non sa di deja-vu.
Questo non era compito facile: servono abilità tecniche, compositive, ispirazione e “cazzimma”. Ma credetemi, appena metterete questo album nel lettore verrete strapazzati a dovere dai Bangout. Provare per credere.