Bioscrape – “Havoc”

Il gioco è bello quando dura poco, e a noi, in questa occasione ci dispiace davvero tanto, perchè quando ascolti musica di quella fatta bene, non vorresti mai finisse e allora ti ritrovi a dover mandare in loop l’album fino a quando non passa la voglia.
Il soggetto in questione è il nuovo lavoro dei Bioscrape “Havoc” targato Ghost Record Label, un Ep di quattro tracce che si fà apprezzare già dalle prime battute, perchè i Bioscrape con la loro più che decennale esperienza in campo Metalcore, sanno cosa proporre e in che misura. Il problema è che qui la misura non esiste, ma è tutto sparato come un fulminea ciel sereno, come un treno in corsa, come un pugno nello stomaco.
“Havoc”, responsabile dell’apertura è un concentrato di suoni elevati all’ennesima potenza con una batteria che cresce insieme ad una sei corde in maniera veloce e potente. Il tutto unito da una voce prepotente e che riesce ad unire bene le ripartenze che sono uno dei punti forti dei Bioscrape.
“Demise”, la seconda traccia, vede il contributo di un tappetto di tastiere che ammorbidisce il suono, reso ancora più devastante da muri di chitarre che irrompono l’atmosfera generale creando ancora una volta figure tecniche, perchè i Bioscrape sono un gruppo tecnico oltre che allergico alle smancerie, a quei brani strappalacrime che servono per alleggerire un progetto. La sfrontatezza con cui i Biellesi propongono il loro Metalcore è secondo solo alla potenza che riescono a mettere mentre suonano.
E non è d ameno “Erase”, la terza traccia dove esce fuori un bel basso , pompato allo stremo e che riesce a riempire e dare ulteriore corpo al brano che anche in questo caso gode di spunti melodici grazie ancora una volta al sapiente contributo di una tastiera che si rivela una scelta vincente. Anche in quetso brano si possono apprezzare le pause e le ripartenze, un tocco in più pr la buona riuscita dell’Ep. Ep che si chiude con “Nil”. Melodico, inquietante, che annulla quanto scritto precedentemente, una vera e propria traccia strappalacrime, triste e buia, ma non per questo brutta anzi, “Nil” testimonia l’ulteriore versatilità della babd che riesce a fare centro qualunque cosa possa e voglia suonare. Si è vero magari potrebbe sembrere un progetto un pò tirato via, qualcosa da fare presto e bene, ma avete l’obbligo di ascoltarlo perchè ne rimarrete sorpresi in positivo, almeno quanto me!

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