Un lungo silenzio e poi… sbam! Ecco che questa compagine torinese ci consegna, quasi a sorpresa, un ep di quasi venti minuti che molto deve sia al thrash metal più feroce di band come Slayer o Kreator, ma anche debitore del metalcore e groove metal di matrice anni Novanta, in particolare si sentono echi dei Pantera del periodo ’94-’96.
Questo ibrido si sposa molto bene in tutti e quattro i brani e consente alla band di muoversi con disinvoltura tra partiture più intricate, dove la chitarra di Jan Binetti detta legge con grande maestria, ad altre dove la band si cala negli Inferi del metal più sulfureo e tribale, vedi ad esempio il singolo apripista “Holodomor”.
La band ti prende a calci nei denti sempre, e su questo non ci sono sconti per nessuno., Non si scorge mai la volontà di assumere connotati più melodici se non a sprazzi. La voce di Riccardo Pirozzi è quantomai adatta a questa intelaiatura sonora, aspra e arrabbiata quanto basta.
Manca forse il guizzo davvero vincente, o meglio, il brano-capolavoro che possa far gridare al miracolo, ma in generale i Black Propaganda tornano con un lavoro solido e convincente e che farà la felicità di tutti i thrash metallers.