Demagò, vogliamo avere uno sguardo sulla società e sul presente

Demagò, vogliamo avere uno sguardo sulla società e sul presente

I Demagó sono un gruppo formatosi nel 2013 a Città di Castello in provincia di Perugia, dall’idea di Carlo Dadi (chitarra), Moreno Martinelli (chitarra) e Emanuele Bruschi (voce). Negli anni si sono susseguiti vari componenti all’interno del progetto che hanno contribuito al raggiungimento di obiettivi comuni. Oggi la line-up di cinque elementi vede Marco Signorelli (batteria) e Luca Moscatelli (Basso).
All’attivo un disco autoprodotto intitolato “Linea di confine” pubblicato nell’ottobre 2015 contenente nove brani interamente scritti ed arrangiati dal gruppo che spaziano da un rock più vivace ad atmosfere più cupe e profonde.
Il tour promozionale colleziona molte date nel centro Italia, vantando aperture ad artisti come Roy Paci & Aretuska, Rezophonic, Pinguini Tattici Nucleari ed il Banco del Mutuo Soccorso.
La frequente attività del gruppo porta all’incontro con l’etichetta ferrarese (R)esisto Distribuzione che getta le basi per un nuovo disco, prodotto da Michele Guberti e Massimiliano Lambertini, con la partecipazione di Manuele Fusaroli, produttore di alcuni dei maggiori dischi indie italiani, presso il Natural HeadQuarter Studio di Ferrara.

MIAB: Benevenuti ragazzi, “Ferite” è il titolo del vostro Ep. Perchè proprio questo titolo ?
Demagò:
Una volta terminate le sessioni del disco ci siamo ritrovati e ognuno di noi ha pensato a delle frasi, dei momenti che ne rappresentassero meglio l’essenza. FERITE è stata la parola che ha colto più nel segno e quindi abbiamo deciso di sceglierla. In effetti i 4 pezzi sono simbolicamente 4 ferite da donare agli ascoltatori, ferite che fanno male ma che possono essere curate e ricucite. È uno dei propositi dell’ep.

MIAB: E poi c’è il singolo “Il Mio Demone” che ha anticipato l’uscita! A cosa è dovuta la scelta di questo brano, tra i quattro inclusi nell’album ?
Demagò:
Ci sembrava il brano che meglio si adattasse a far “entrare” le persone nel percorso che solcheranno durante l’ep. Musicalmente poi è un pezzo molto fresco e d’impatto. L’unione di questi due elementi ha portato alla scelta del singolo.

MIAB: Solo musicisti o spendete del tempo insieme anche nel tempo libero?
Demagò:
Alcuni di noi si conoscono da prima di entrare nel gruppo e sono molto amici. Altri hanno imparato a conoscersi e frequentarsi in questi ormai quasi dieci anni di attività. Sono cambiati vari elementi negli anni ma abbiamo mantenuto con tutti buoni rapporti.

MIAB: Synth e suoni campionati oppure un sound più genuino e naturale ?
Demagò:
Il nostro è sicuramente un sound più genuino e naturale anche se,specialmente in questo ep e nel futuro prossimo ci sarà spazio per qualche sperimentazione in più che principalmente riguarderà le chitarre, a cui cerchiamo sempre di dare l’effetto e il sound giusto per la canzone. Non abbiamo mai fatto uso comunque di suoni campionati.

MIAB: Avete mai pensato di cantare in Inglese ?
Demagò:
Sicuramente a volte un pensiero lo abbiamo fatto,soprattutto perché il nostro sound ha un respiro forse più internazionale che italiano e potrebbe ottenere un riscontro maggiore. Tuttavia, essendo una band rock cantautorale, teniamo molto a raccontare le nostre storie, le nostre vite, vogliamo avere uno sguardo sulla società e sul presente e, per cercare di esprimerci al meglio, è fondamentale usare la nostra lingua madre.

MIAB: Che cosa ne pensate della scena musicale italiana in generale ?
Demagò:
Se andiamo a scavare,c’è molta roba interessante in giro.Il problema è riuscire a trovarla nello sconfinato mare del web. Artisti come gli Zen,Motta,Giorgio Canali e i nostri conterranei Fask rappresentano un ponte importante nell’ambito dell’indie rock. L’ultimo anno ha colpito particolarmente un album che con noi non c’entra molto in effetti. Parlo dei post nebbia e del loro “canali e paesaggi “, un gran bel lavoro che consiglio.

MIAB: Pro o Contro i Talent Show ?
Demagò:
Questa è una domanda che ci viene posta molte volte e non è facile rispondere in poche righe. Diciamo che non siamo contrari in linea di massima, a patto che tu riesca a portare al 100 per 100 la tua musica e ti dimentichi del fatto che ci sono classiche, vincitori e gente che dà giudizi con una paletta in mano. Per dirla alla De André, ” non sono mai andato a Sanremo perché, se fosse una gara di corde vocali, vincerebbe l’ugola tecnicamente più allenata,sarebbe quasi alla stregua di una sfida sportiva e potrebbe avere un senso.Siccome porto in scena la mia vita e i miei sentimenti,questi non credo possano essere fonte di giidizio”. Quindi ok,partecipare può essere utile a farti conoscere e crescere,ma devi avere il coraggio di portare te stesso e non farti ingabbiare dagli schemi televisivi o quant’altro.

MIAB: Siete su un’isola deserta e potete inserire in una bottiglia un messaggio e gettarla in mare !!
Demagò:
Veniteci a riprendere perché abbiamo molta musica da farvi ascoltare e tante emozioni da condividere con voi.

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