Online su YouTube il video di “Tempio”, il nuovo singolo di Disputa, uscito da pochi giorni per Mistress Records/Goodfellas. Il videoclip, ideato, girato e montato da Disputa stesso, si ispira a “Capricho No.12: A caza de dientes” di Goya, acquaforte nella quale una strega estrae un dente a un impiccato credendo possa portarle fortuna, come da credenza popolare.
A guidare le scelte registiche e il montaggio, un piccolo capolavoro del cinema muto svedese: “La Stregoneria Attraverso i Secoli” del 1922, di Benjamin Christensen.
DISPUTA PARLA DEL VIDEO DI “TEMPIO”
L’idea è nata guardando un’incisione di Goya, dove una donna ruba un dente a un impiccato. Mi ha colpito particolarmente la postura della donna e la sua espressione di disgusto: una scena grottesca di un sarcasmo macabro. Sono stato ispirato da Häxan, “La stregoneria attraverso i secoli”, per la teatralità, la composizione delle inquadrature e l’uso di tecniche differenti, come lo stop motion dell’ultima scena. Per le scene del coma, l’assetto è più classico e plastico, e il mio pensiero è andato al “Compianto sul Cristo morto” di Mantegna. Ho cercato di pulire il più possibile l’immagine e dare continuità narrativa dentro spazi dissimili con l’utilizzo del blu e del rosso, marcando le differenti ambientazioni con l’uso del bianco e nero.
Il video e il testo della canzone hanno una sola cosa in comune: la simultaneità. Le immagini del testo si sviluppano con una sequenza temporale, ma in verità sono da pensarsi simultanee. Questo testo nella sua perfezione dovrebbe durare il tempo di un battito, e così il video: non c’è un prima e un dopo. Nel testo vi sono immagini di più epoche storiche e nel video immagini di più mondi. Il video mostra come contemporaneamente l’essere umano attraversi questi passaggi, ovvero dal mondo terreno al giudizio (la mente), fino a limbo, dove l’anima vaga aspettando la fine del giudizio e la definitiva morte del corpo. Nel video l’esperienza che permette questi tre simultanei passaggi è il coma. Il momento del giudizio è rappresentato dai tre impiccati. Una donna, allegoria del mercato discografico, ruba denti d’oro ai cadaveri pur di esibire le proprie ricchezze e il proprio potere, ma in verità è indigente. Il mercato discografico non è nulla senza la musica (denti=idee) ed è costretto a rubare da corpi già morti il proprio apparire.
Disputa è giovanissima promessa del rap italiano. Con “Tempio” (Mistress Records/Goodfellas), un brano dalle metriche colte e il sound vintage, rende omaggio al rap più significativo degli anni ’90, scandendo un testo oltremodo attuale e profondo, dedicato all’uomo in qualità di individuo, essere vivente, rappresentante di una specie.
Costretti a casa, alla nostra solitudine, facciamo inevitabilmente i conti con le nostre contraddizioni, con l’idea di fragilità e il senso d’appartenenza. Cos’è la giustizia? Cos’è la speranza? In che modo il mondo, fuori, continua ad esistere anche senza di noi?
Protagonisti del nostro microcosmo, cadiamo nel tranello di curare i nostri vuoti con un sentimento di invincibilità. Ma è proprio la minaccia della nostra superbia a farci tornare con i piedi per terra, a spaventarci e a riportarci in contatto con il mondo.
16 anni, Disputa ha ben due album alle spalle (con un altro pseudonimo), scrive spesso e di getto, e scherza volentieri sulla sua dislessia. Si ispira a quadri e film; legge e assimila. Vorrebbe che la sua musica fosse associata al camminare di notte, a Charles Addams, Tim Burton, al Quartetto Cetra, Pollon, Panique au Village (animazione S.Aubier e V.Patar), a San Vitale (chiesa bizantina in cui si rifugia spesso), al Consorzio Suonatori Indipendenti, a Giuditta e Oloferne. A 15 anni ha scelto il suo nome d’arte, a 16 ha pubblicato il suo primo singolo, “Exit”.
DISPUTA | BIOGRAFIA
Al secolo Enea Pignatta, nasce nell’agosto di 16 anni fa. A cinque anni impara le prime opere liriche, incuriosito dalle storie e dalle parole. La sua preferita è “Rigoletto” di G.Verdi, tanto che alle medie, all’audizione per entrare al corso musicale, decide di portarne una parte.
Per tre anni suona la tromba anche se per lui, anche dopo aver esplorato generi differenti, la musica è soprattutto significato, parole. A sette anni incontra il rap degli Articolo 31 e di Caparezza, mentre a otto anni scrive i primi pezzi, inventando personaggi ed emozioni.
“Salgoscendendo” è il primo album, pubblicato all’età di dodici anni. Sette pezzi ma un’unica storia e una caratteristica: in ogni brano, il protagonista muore. A 14 anni pubblica il secondo album, “Posizione Plastica”, che dedica al concetto di tempo.
A 15 anni sceglie per sé un nuovo nome d’arte, “Disputa”. A maggio 2020, a soli 16 anni, debutta con “EXIT”, il suo primo singolo.