Con un ricco concept e uno stuolo di musicisti davvero consistente Douglas Docker dà vita a qualcosa di magico e trascinante. In questo album il prog rock riesce ad esprimersi in tutte le sue declinazioni, ma l’album non si pone confini netti nemmeno verso ad altri stili, con rimandi anche a generi come il funky e lo space rock. Il tutto è meravigliosamente supportato dall’estro di Douglas Docker, ma i guests sono molto utili nel fare in modo che il disco ad ogni brano sorprenda per soluzioni nuove e mai standard.
Questo album tra l’altro ha un posto specifico sia come concept che come tassello di una saga ad episodi discografici che comporranno una saga fantascientifica che al suo termine vedrà la pubblicazione di cinque album principali chiamati “season” e quattro raccordi chiamati “book”. Tra gli ospiti di spessore citiamo Helly, Anna Portalupi, Joel Hoekstra, Sascha Paeth, Nita Strauss, Amanda Somerville, Anneke van Giersbergen, quindi potrete immaginare che in questo album c’è stata particolare attenzione per il reparto vocale, che è imprevedibile e vario nell’avvicendarsi di voci maschili e femminili.
Un album fuori dagli schemi e per questo motivo molto attraente, almeno a nostro parere. Non bisogna tirare fuori assolutatemente termini come progressive metal, perchè qui al massimo si sfiora il genio di band come Genesis, Yes e King Crimson, ma lo si fa col punto fermo di dire in ogni caso qualcosa di fresco. Molto, molto bene, Douglas Docker, attendiamo ora gli altri capitoli!