Fuori “Hallelujah Forlanini”, il nuovo singolo di GIEI, al secolo Marco Panichella. Il nome d’arte cosa significa? Piccola curiosità da chiedere direttamente a GIEI. Diciamo che i dettagli chiave sono i Blues Brothers e la voglia di una propria identità all’interno della famiglia.
Le sonorità del brano ricordano un mosaico tra Alternative Rock alla EELS e Blur e cantautorato nostrano alla Giorgio Poi condito con una punta di soft pop psichedelico. ‘Hallelujah Forlanini’ è un brano cantautorale con
ritmo atipico, tanti accenti, qualche accordo in più in grado di far deragliare il brano fuori dal classico 4/4.
Il brano è stato registrato, mixato e missato a Milano negli studi di “Edizioni Ishtar” da Marco Olivi (Giorginess, Selton, Ghemon, Aquarama). Nel brano hanno suonato il bassista Davide Ritelli e il batterista Mattia Calcatelli.
Marco Panichella (GIEI) è la voce, le chitarre e l’assolo di armonica alla fine del brano. Marco (GIEI): “Hallelujah Forlanini l’ho registrato a pochi passi dalla mia vecchia casa di Milano nel quartiere di Forlanini appunto. La prima idea del brano l’ho avuta sul treno mentre scendevo alla stazione di Milano Centrale.
Mi scoppiava la testa e da lì è nato il primo verso “Dammi qualcosa di forte che la testa mi esplode e non bastano più i caffè”. Era il 2020 pre-pandemia.
Ho lasciato il brano a decantare per un po’ di mesi, poi l’ho recuperato e senza volere ho scritto di getto un testo che rispecchiava benissimo il mio tempo passato nella soffitta di Forlanini, ovvero il mio appartamento dove ho
passato parte del lockdown. Non è stato scritto intenzionalmente per descrivere quel periodo ma rileggendolo in seguito, ho capito che inevitabilmente parlava di quello: del passare del tempo e delle stagioni viste da un unico
punto di vista, quello di casa mia – così strana e atipica. Il brano in ogni strofa racconta una stagione diversa passata nella soffitta di Forlanini, dove ho aspettato un po’ depresso che qualcosa avvenisse, che le nuvole
cambiassero e mi portassero un po’ di fortuna. Mi sembrava una sorta di preghiera e il canto Hallelujah Forlanini è venuto automatico. Altro riferimento all’Hallelujah è stata la scoperta durante una passeggiata solitaria nel
vuoto del lockdown di una chiesa surreale proprio a Forlanini. San Nicolao della Flue, una chiesa brutalista che sembra uscita da Blade Runner ”
GIEI, al secolo Marco Panichella, è un ligure e come tutti i liguri si lamenta. Il suo lamento si traduce per la prima volta in musica all’età di 15 anni quando debutta con la blues band del padre. Da adolescente fonda un gruppo funky con il quale rompe un buon numero di corde live, poi compie 18 anni sul palco suonando il basso con il gruppo punk rock del fratello, i Temple Rents (IndieBox Music). Fonda e soglie successivamente la band indie rock (The Austin)per partire in tour al basso con la band electro-pop iVenus, dove alla voce e tastiere c’era ELSO (INRI).
Tutto questo ha creato un sound fatto di tanto sudore, ginocchia sbucciate, malinconia e voce spezzata. Così nel 2012 registra un EP di tre pezzi (Before He Was Fool) per sancire finalmente la nascita del suo progetto solista. Habemus GIEI! Dal 2012 a oggi molte cose sono successe nella sua vita. Si trasferisce in Inghilterra per studiare cinema, diventa aiuto regista di una sit-com super low budget londinese dal titolo T-Boy Show, conosce Omid Jazi per il quale suona il basso e chitarra in qualche concerto, torna in Italia e decide di continuare la sua carriera da musicista in parallelo a quella di autore per SKY. Firma i documentari Raffaello – il giovane prodigio, il film Press – Storie di False Verità (RaiCinema) e diventa aiuto regia di Walter Veltroni per il documentario Fabrizio De André & PFM il concerto ritrovato (Sony). Nel 2019 esce il suo album d’esordio PANIC dal quale estrae quattro singoli: Sereno Imbecille, Fuori Tempo, Meglio Sapere e Non ci saranno miracoli.
GIEI e la sua chitarra hanno suonato tra Italia, Francia e Inghilterra aprendo a musicisti come Teatro Degli Orrori, Ministri, Adriano Viterbini, The Zen Circus e Maria Antonietta. Un cantautore, un bluesman, un punkettone, un romanticone, un disfattista, un Beck al pesto. GIEI è tutto questo. Rigorosamente con pinoli.