“Il Futuro” è il nuovo album di Andrea Poggio, fuori per La Tempesta

Esce  per La Tempesta (e in distribuzione Believe Digital) il nuovo album di Andrea Poggio, il secondo, dal titolo “Il futuro“, già anticipato dai singoli “Il nuovo mondo” e il più recente “Parole a mezz’aria“. 

Con la complicità di una scrittura suadente, sobriamente fascinosa, “Il futuro” è un disco allo stesso tempo classico e moderno, antico e avanguardistico, in cui l’autore si diverte, quasi si compiace, a giocare coi generi e a mescolarli, come a creare un insolito ponte tra Paolo Conte e i Dirty Projectors, tra Franco Battiato e Chassol. Il vecchio e il nuovo, il classico e il moderno, il passato e il futuro. Ed è proprio sui binari di questa apparente dicotomia che si muove un disco al cui titolo sembra mancare un punto interrogativo finale.
 

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A livello musicale Andrea Poggio riesce in un’impresa non facile, coniugando con estrema naturalezza la tradizione cantautorale italiana con un approccio decisamente contemporaneo, moderno e – sì! – futuribile all’arrangiamento ad alla produzione.

Registrato tra Milano e Bristol da Federico Altamura, Ivan Rossi ed Ali Chant (quest’ultimo noto per aver prodotto, tra gli altri, Aldous Harding, Perfume Genius e Yard Act), “Il futuro” è un disco all’interno del quale a volte sembra di ritrovare il Paolo Conte di inizio anni Ottanta. Come Paolo Conte si divertiva a contaminare le sue melodie antiche con suoni di Casio e drum machine (si pensi, ad esempio, a “Gli impermeabili”) così Andrea Poggio destruttura i tratti più classici del suo songwriting attraverso arrangiamenti asciutti ed essenziali (“Argentina”), frequenze quasi drum and bass (“Il futuro”) e batterie a metà strada tra il calypso e la trap (“Il nuovo mondo” e “Chilometri d’asfalto”). 

Ma le influenze non finiscono qua. Se “Amori perduti” sembra il Leonard Cohen di fine anni Ottanta, “Ombre e luci” mescola Franco Battiato con un sassofono che sembra uscito da un disco di Tyler, The Creator. Se l’irresistibile “Parole a mezz’aria” affonda le radici negli XTC, in “Fuori città” ritroviamo Modugno (!). Se “Autunni intermittenti” strizza l’occhio a St Vincent, in “Frasi a metà” sembra di ascoltare gli Air che rifanno “Max” di Paolo Conte. Ancora Conte.

E forse non è un caso che Andrea Poggio, come Paolo Conte, sia nato e cresciuto in quel Piemonte meridionale e di confine “che sta in fondo alla campagna”, stretto tra la pianura e il mare, inghiottito dalla nebbia e dalla collina. Quel Piemonte (per citare Umberto Eco, che con Andrea Poggio condivide la città natale, Alessandria) “senza retorica e senza miti”, indifferente ai valori astratti, disinteressato alla amplificazione retorica e quindi anche scettico nei confronti di una visione del futuro fidente e trionfalista.
 

BIO:

Il percorso musicale di Andrea Poggio ha inizio con i Green Like July, gruppo con cui incide tre dischi, due dei quali – “Four-legged fortune” (Ghost Records, 2011) e “Build a fire” (La Tempesta, 2013) – vengono registrati da AJ Mogis nei prestigiosi ARC Studios di Omaha, Nebraska (studi in cui hanno registrato artisti come Bright Eyes, Julian Casablancas e Dev Hynes). 

Nel 2017 esce per La Tempesta “Controluce”, il suo primo album solista. 

“Controluce” viene registrato tra Milano e New Yorkda Eli Crews, produttore statunitense che – oltre ad aver lavorato con Yoko Ono, Why? e Deerhoof – è il principale artefice del suono di “Whokill” e “Nikki Nack” di tUnE-yArDs. Il disco vede la partecipazione di Enrico Gabrielli e Adele Altro (Any Other) ed è nella cinquina del Premio Tenco – Opera Prima.

Il tour di supporto a “Controluce è un tour di più di quaranta date che porta Andrea Poggio ad aprire concerti di noti artisti italiani (Colapesce, Baustelle e Brunori Sas) ed internazionali (Erlend Oye e Jonathan Wilson). Nel settembre del 2019, ha luogo un tour di dieci date in Germania, tour che porterà Andrea Poggio a calcare palchi prestigiosi quali il palco del Maifeld Derby e del Reeperbahn Festival. 

Nell’autunno del 2019, Andrea Poggioinizia a lavorare alla colonna sonora del film “Onoda” del regista francese Arthur Harari. La colonna sonora verrà composta assieme ad Enrico Gabrielli e Sebastiano De Gennaro, oltre che al sound artist giapponese Gak Sato ed al musicista francese Olivier Marguerit. Il film viene presentato al Festival di Cannes nel luglio del 2021 in apertura della prestigiosa sezione Un Certain Regard

Nell’ottobre del 2021 iniziano le registrazioni del disco nuovo intitolato “Il futuro”,in uscita nella 5 maggio 2023 per La Tempesta. L’album è stato registrato tra Milano e Bristol da Ali Chant (PJ Harvey, Perfume Genius e Yard Act) e Federico Altamura, prodotto da Federico Altamura e Andrea Poggio e mixato da Ivan Antonio Rossi (Baustelle, Dente e Dimartino). Alle registrazioni, tra gli altri, hanno partecipato Adele Altro (Any Other), Luca Galizia (Generic Animal), Galea, Angelo Trabace, Francesco Fugazza, Caterina Sforza (Nicaragua), Lorenzo Pisoni (Tropea, Marco Castello), oltre a membri di Esecutori di Metallo su Carta (Enrico Gabrielli, Sebastiano De Gennaro e Damiano Afrifa).

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