Prendete un brano acustico sanguigno e vero, nato ‘ncòppa ai quartieri e scritto mesi fa da Ciccio Merolla, maestro di percussioni partenopeo dalla carriera decennale. Quindi, prendete Malatìa, un brano iconico pelle e voce, ridategli una veste dance contemporanea con la nuova versione Malatìa (Capri Remix) pubblicata da Time Records e prodotta dal team Itaca di Merk & Kremont da venerdì 7 luglio in radio e negli store, e capirete da dove nasce il potenziale del nuovo tormentone dell’estate. Il segreto è anche nelle mani di questi «due geni assoluti» come li ha definiti Tiziano Ferro, ovvero una firma riconoscibilissima già ammirata nelle collaborazioni con Elodie, Tiziano Ferro stesso, artefici anche dell’ultimo singolo di Marracash e Tananai. Il duo di produttori multiplatino Merk & Kremont commenta: “Siamo stati fan di “Malatìa” fin dal primo ascolto. Con il nostro team di produzione Itaca volevamo lavorare a una versione completa per la radio e la pista da ballo. Quando ci è stato chiesto di farlo da Time Records, non potevamo crederci! Siamo pazzi di questo brano!” La musica pelle e voce del percussionista cantante, è rinata tra andamento dance e carezze di chitarra classica di color flamenco. Le rime di Merolla e Lucariello, unite alle voci dello stesso Merolla e Carolina Franco nell’ipnotico ritornello ed ecco a voi Malatìa (Capri Remix). Matrioska di generi, stili, intrecci etnici, idiomi linguistici e musicali, mondo antico e scena attuale: tutto a tempo di danza mediterranea. Potremmo parlare di Napoli, così come di Malatìa (Capri Remix). E il bello è che l’elenco è calzante in ognuno dei due casi. Qualunque sia il soggetto, l’elenco non cambia. E parlando di contaminazione, Ciccio Merolla racconta che -come spesso accade nelle canzoni- il suo brano è figlio del contagio. Ci sono palesi reminiscenze nella linea melodica del suo singolo, facilmente riscontrabili in Guataquì (Berroche), canzone del 2009 della star della tambora colombiana Martina Camargo. Canto di derivazione popolare e antico esso stesso, la citazione consapevole di questo brano della tradizione colombiana è la conferma di come Merolla coltivi da sempre la world music d’ogni latitudine. Africa, India, e Sudamerica appunto: il mondo è un villaggio e chi è nato a Napoli lo sa per DNA. Inutile poi rimarcare l’effetto esperanto della lingua partenopea. La lingua con cui Merolla ha dato vita al pezzo dei record: 8,5MLN di visualizzazioni su YouTube, 8MLN di stream solo su Spotify, oltre 1MLD di visualizzazioni e più di 850mila creazioni su TikTok (#1 da marzo a maggio 2023), #1 nella Viral 50 di Spotify per più di 6 settimane, e tutt’ora da 13 settimane nella Top 200 di Spotify. La pubblicazione è accompagnata dall’omonimo videoclip firmato Luciano Filangieri, girato tra i faraglioni del mare di Capri.