Itaca Reveski (nome d’arte di Gianmarco Ricasoli) è un musicista, produttore e compositore di Nettuno, in provincia di Roma.
Scopre la sua passione per la musica in tenera età e nel corso degli anni, tra studio di chitarra classica e poi elettrica, si avvicina al rock e al metal iniziando la sua prima esperienza in band con una tribute degli Iron Maiden all’età di 14 anni.
A 19 anni forma la sua prima band metal di inediti, gli Infinita Symphonia con 3 dischi all’attivo (2011, 2013, 2018) e collaborazioni in ambito metal con Fabio Lione (Rhapsody), Tim Owens (ex Malmsteen, ex Judas Priest), Michael Kiske (Helloween), Ralf Scheepers (Primal Fear) e Blaze Bayley (ex Iron Maiden).
Nel 2018 entra a far parte della formazione live di Wrongonyou per il “Rebirth tour” con date in tutta Italia e in Europa, tra cui il concerto del Primo Maggio 2018 di Roma.
Nel 2019 si avvicina al mondo delle musiche di sottofondo e delle colonne sonore componendo, tra le altre collaborazioni, la colonna sonora di “Capuchine Culture” del regista e biologo Luca Marino (premiato al “London independent film awards 2020” e “Calcutta international cult film festival 2020” e sul podio all’”International Wild Life Film Festival 2020”).
Nell’aprile 2020 vede la luce il progetto artistico Itaca Reveski lanciato dai singoli 20:venti (scritta insieme ai suoi follower durante la quarantena da covid19), Nထvola (inserita da Spotify Italia nella playlist editoriale A Fine Giornata), Gdbye (0,0) (anch’essa approvata da stampa, radio e pubblico ed inserita da Spotify Italia nella playlist New Music Friday come una delle uscite discografiche più interessanti del periodo), Delle sirene il cAnto ed Andiamo su>la luna.
Nel gennaio 2021 pubblica come Itaca Reveski l’EP Sogno solo ari/-\, composto dai singoli precedentemente usciti e da una versione rivisitata de I giardini di marzo di Lucio Battisti.
“Ciò che racconto attraverso il progetto Itaca Reveski è una strana storia d’amore, quella tra Itaca e un viaggiatore. Attraverso la narrazione di questa storia e la scrittura della sua colonna sonora rappresento metaforicamente il viaggio alla ricerca interiore dell’equilibrio, del bilanciamento tra Yin e Yang, al fine di abbracciare e cullare chi è alla ricerca di qualcosa di più profondo della semplice vita standard.”
MIAB: Ciao, perchè Itaka Reveski ?
Itaca Reveski: La scelta del nome è stata un po’ come quando si sceglie il nome per una nave. Il motivo è che in sottofondo al mio progetto c’è una storia ed è la storia di Itaca Reveski e di un ragazzo viaggiatore. Praticamente, quest’ultimo trova un diario a Reykjavik, appunto “Il diario di Itaca Reveski”. All’interno del diario trova raccontata la vita di questa ragazza, presumibilmente scritta da lei stessa partendo dai giorni del primo lockdown e sembra scritta da una persona che ha già vissuto oltre i nostri anni. Questo diario sembra provenire dal futuro, tant’è che questo ragazzo, dopo aver letto il diario, si innamora di lei e decide di cercarla nel presente. L’origine del nome è molto simbolico, Itaca è casa, la famosa isola in cui Ulisse cerca in tutti i modi di far ritorno dopo la guerra di Troia. Reveski è il cognome di questa ragazza, che ho creato scrivendo su google traduttore le parole “Volpe” e “Nuvola”. La parola che è uscita fuori traducendo in norvegese è “Revesky” che non esiste in nessun dizionario. Ci ho tolto la “Y” e messo la “I” perché avevo paura potesse essere pronunciato “scai” e non “schi”. Quindi ho pensato, quale nome migliore per un viaggio, se non la sua meta? Itaca Reveski è il nome del mio viaggio e della mia meta. Ogni canzone è legata ad un capitolo di questo diario che invio per email a chi si iscrive alla newsletter (link in bio di Instagram).
MIAB: Hai un brano rappresentativo ? E nel caso quale e perchè ?
Itaca Reveski: Si, ce l’ho. “Noovola” è il mio brano più rappresentativo, dentro di me lo chiamo “il pezzo che mi ha ridato voce” perché prima di scrivere questo non volevo più cantare e volevo fare solo musica strumentale. “Noovola” è un pezzo che con due parole riesce a esprimere un miliardo di significati, sono super felice di averlo scritto.
MIAB: Chi è Itaca nel tempo libero?
Itaca Reveski: Nel tempo libero, quando ce n’è, mi piace giocare ai videogiochi, guardare film o serie TV, ovviamente ascoltare musica e suonare anche e solo per il semplice gusto di farlo, pandemia permettendo mi piace stare con i miei amici stretti e bere qualcosa in compagnia o magari fare qualche gioco da tavolo tipo Risiko o Monopoly.
MIAB: Che strumento vorresti inserire in più a quelli che hai usato per i tuoi lavori?
Itaca Reveski: Mi piacerebbe molto usare degli archi veri, con un timbro profondo come violoncello o contrabbasso, in realtà ti direi che mi piacerebbe proprio imparare a suonare il violoncello, chissà!
MIAB: Synth e suoni campionati oppure sound genuino al 100%
Itaca Reveski: Una via di mezzo, mi piace l’unione e l’armonia tra gli elementi e credo che l’elettronica dia una sfumatura particolare al mio sound che solo l’acustico non può dare e viceversa. Quindi per quanto io sia innamorato del suono genuino, acustico e caldo, sento di aver trovato un buon compromesso tra elettronica e acustica per esprimere ciò che provo.
MIAB: Che cosa ne pensi della scena musicale italiana in generale ?
Itaca Reveski: Mi piace molto quello che sta uscendo ultimamente e sono sempre più dell’idea che fare musica in Italia oggi stia diventando più accessibile. Il panorama si sta riempiendo di nuovi generi, di nuovi artisti, di nuove possibilità. Non è tutto rose e fiori chiaramente, è comunque molto complicato, ma sono positivo!
MIAB: Pro o Contro i Talent Show ?
Itaca Reveski: Contro. Secondo me c’è troppo rumore, l’arte per essere ascoltata ha bisogno anche di un po’ di silenzio e quiete. I talent creano una competizione che non fa bene alla musica secondo me.
MIAB: In definitiva che cosa farai da grande ?
Itaca Reveski: 100% il musicista!