I “miraggi” di Kaouenn raccontano di una vita nuova vissuta per la maggior parte oltralpe ma, idealmente, molto più a sud dell’Europa; di un’anima nomade che si è lasciata sedurre ed arricchire da ogni nuovo incontro; di un’eterna dicotomia tra opposti, vera cifra della sua stessa esistenza. In immagini: deserto e giungla, praterie e galassie, montagne e profondità marine, fuoco e gelo (“tomm” e “yen” in bretone). Luci ed ombre, come quelle esperite sul campo in questi anni, tali da suggerirgli che certe prospettive sono tanto allettanti quanto ingannevoli a volte, riducendosi a mostrare il lato illusorio ed utopistico del sogno.
Otto brani cinematici che fluttuano, multiformi, nella contrapposizione tra elementi elettronici ed acustici, con un marcato utilizzo di percussioni, chitarre in delay ed una voce a mo’ di strumento sullo sfondo. Una tavolozza di colori e suggestioni decisamente allargata rispetto al precedente full-length, ma sempre all’insegna della personale sperimentazione e dell’ibridazione tra generi (rock, world music, elettronica, ambient), una sorta di “hypnagogic imagined South” nel solco di certa psichedelia contemporanea e non (Can, Popol Vuh, Ninos Du Brasil, Indianizer, The Lay Llamas, C’mon Tigre, Peaking Lights).
Inoltre, in Mirages Kaouenn ha il privilegio di ospitare artisti molto stimati e dalla sensibilità affine come Above The Tree e Sara Ardizzoni (Dagger Moth/Massimo Volume/Cesare Basile e i Caminanti), che hanno donato un contributo importante alla riuscita del lavoro.
Kaouenn (“gufo” in bretone) è l’alter ego di Nicola Amici, musicista poli-strumentista nato e cresciuto a Jesi (AN) ed attualmente espatriato a Nizza. Già chitarrista e sassofonista di Butcher Mind Collapse, Lebowski, Jesus Franco & The Drogas e componente del neonato trio elettronico Barabba, il solo-project Kaouenn debutta nel 2016 con l’omonimo album che viene ben accolto dalla critica europea consentendogli di esibirsi in Italia, Francia, Belgio e Svizzera. Alla base c’è l’esigenza di intraprendere un viaggio in territori ancora inesplorati, contando sul proprio istinto e spirito autarchico di sopravvivenza. Sulla scena si è catturati da un’esperienza multisensoriale ed ipnotica, basata sulla performance musicale e visiva, con un approccio obliquo tra generi: psichedelia, world music, kraut-rock, elettronica ed ambient.