Luke Paris, un inno alla perseveranza nell’inseguire sogni ancora raggiungibili

Luke Paris, un inno alla perseveranza nell’inseguire sogni ancora raggiungibili

“Another Dance” è un inno alla perseveranza nell’inseguire sogni ancora raggiungibili. L’amore ugualmente ha una parte importante in questo primo opus Rock di Luke Paris. Amori dove non si deve mai rimanere prigionieri se non corrisposti, comme in “Gonna Blow My Mind”, “Falling Like A lover”, “Live In Freedom” e “All In All”. O amori intensi, fusionali, veri come in “Thinking Of You” e “Christmas Gift”. Come un intermezzo teatrale “Yes I do”, pezzo strumentale, si infila in mezzo agli 11 brani per confermare dopo “R U Still Dreamin’?” che: “si’, il genere umano sogna ancora”.
Le chitarre sono onnipresenti con dei riff accattivanti e una sesssione ritmica dove il rombo della batteria non vi lascerà immobili. Le ballate vi inviteranno alla riflessione con testi profondi e carichi di significato. Questo LP sarà il vostro compagno di viaggio nei momenti chiave della vostra vita.

MIAB: Ciao Luca , spiegaci perchè “Another Dance” ?
Luke:
Una mattina di fine 2019, poco prima di quella ache sarebbe stata la pandemia COVID19, mi sono svegliato con un senso di incompiuto nella mia vita. Anni fa’ non avevo la possibilità economica di realizzare un CD nonostante il fatto avessi continuato a scrivere canzoni. Come tanti altri cantautori, scrivere canzoni è sempre stato un modo di raccontare momenti di vita nella speranza di rendere felici o commuovere o rincuorare quelli che mi avrebbero ascoltato e capito i testi. « Another Dance » è nato per parlare di un altro “giro di pista” da fare quando non è ancora troppo tardi, per parlare di amori appassionati o tormentati, e per parlare di sogni di rock’n’roll.

MIAB: Hai in previsione la realizzazione di un video ?
Luke:
Per il momento ho prodotto 2 video-lyrics. Il video-clip per il singolo « Another Dance » era in programma ma la vita non va sempre secondo i piani. In questo momento è un stand-by. Vedremo se uscira’

MIAB: Quale brano rappresenta di più il tuo Album ?
Luke:
« Another Dance », il singolo che da il nome al CD, è senza dubbio quello che rappresenta l’album : tanta energia, la voglia di imbarcarsi in questo nuovo (e magari ultimo) « giro di danza », in sentieri tortuosi ma che si prendono con gioia per realizzre quello che si doveva realizzare

MIAB: Scegli un musicista di rilievo che avresti voluto in “Another Dance”
Luke:
Senza esitare, i fratelli Liam e Noel Gallagher degli Oasis (che non sono piu’ assieme dal 2009). Gli Oasis hanno marcato il mio universo musicale. Sarebbe realizzare un sogno poter lavorare con loro.

MIAB: Che cosa ne pensi della scena musicale italiana in generale ?
Luke:
Da 25 anni vivo a Parigi. Seguo come ogni italiano il festival di Sanremo. La sola proposta musicale di questi ultimi anni che mi colpito positivamente è stata quella dei Maneskin, anche se in parecchie canzoni sono un po’ troppo hard-rock per me. Un’energia cosi’ forte non poteva passare inosservata. Per il resto, rimango molto legato ai Negrita e a Ligabue.

MIAB: Sei convinto che si possa ancora vivere di musica ?
Luke:
Tutto dipende da cosa si intende per « vivere di musica ». Un amico ha deciso tanti anni fa’ di insegnare chitarra classica e fare concerti con una piccola orchestra di musica classica. Non guadagna tantissimo ma ci vive ed è felice. Fare musica agli inizi non è sinonimo di guadagno sufficiente per viverci. Un amico, grande batterista che ha vinto dei grammy awards con artisti famosi, mi ha detto: « Sai Luke, oggi la musica è un gioco per ragazzini figli di ricchi, o per adulti che hanno abbastanza mezzi economici per finaziarsi la produzione e la promozione ». Tutto è possibile nella vita, ma i casi dove si parte da nulla e si arriva ad avere dei milioni di fans sono sempre piu’ rari senza investimenti nella produzione e soprattutto nella promozione nei social. Se guardiamo gli artisti che sono riusciti a crearsi un nome, spesso ci si rende conto che tanti erano in una situazione di vita dove non avevano altra scelta che metterci l’anima, qualsiasi cosa succedesse, perchè non avevo altro. Avevano sicuramente qualcosa di speciale ma avrebbero potuto trovarsi al posto di artisti altrettanto dotati che non hanno avuto la fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Artisti che oggi vivono di stenti. Per riuscire nella musica oggi e viverci bisogna avere qualche soldo iniziale per una produzione corretta, abbastanza talento per realizzare un lavoro di qualità, qualche soldo per la promozione e molto, tanto tempo a disposizione per suonare ad ogni occasione possibile, cosa che equivale ad avere delle risorse economiche per vivere senza guadagnare abbastanza per viverci. Tempo = Denaro. Il mondo dove un artista o un gruppo di talento era scoperto da una label che lo metteva sotto contratto assicurando la qualità di produzione e promozione necessaria a sfondare è finito negli anni novanta. Oggi siamo nel mondo del “Do It Yourself – DIY” (fallo da solo) come dice spesso la major Believe: l’artista deve prodursi da solo e se poi riesce da solo a generare abbastanza trazione in fans (spesso nei social), allora una major proporrà di portare la promozione ad un livello tale che il business generato sia interessante per la major.

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