Ma che musica c’è è il nuovo singolo de Il Cile, cantautore multiplatino che dopo tre dischi con una Major riparte da indipendente con la Teide Dischi e la distribuzione di Ada Music Italy e lo fa con un brano in cui cerca di far confluire il mondo emozionale dei suoi esordi. Il cantautore toscano si mette a nudo e racconta di un’esistenza dove ha sempre lottato per arrivare a traguardi professionali, riuscendo a vivere di musica dopo aver svolto molti lavori umili, con una sana gavetta che ha portato i suoi frutti e che rappresenta la strada migliore per fidelizzare un pubblico.
Il brano insiste sul confronto tra la sua generazione e quella dei millenials, dominata dalla felicità a tutti i costi da sbandierare sui social network, da sentimenti pantomima, dal politicamente corretto che nuoce la libertà d’opinione e acuisce la frustrazione collettiva, dal mercato discografico attuale in cui il successo è misurato sulla base del numero di stream.
Lo sguardo al passato è rassicurazione rispetto a un futuro dove le speranze si scontrano con una realtà fatta di scarse prospettive, equilibri instabili, dove il valore delle persone si misura nella propria capacità di sottomettersi alle pressioni che provengono dall’alto. Una realtà dove spesso si pagano le conseguenze del far sentire la propria voce per difendere con coerenza se stessi e i propri valori.
La musica che Il Cile ascolta in sottofondo è la stessa che lo ha spinto a fare questo mestiere, a scrivere canzoni, giusta medicina per risollevarsi dalle avversità del quotidiano, per trovare il coraggio di amare nonostante abbia dato il cuore a chi non se lo meritava, per trasformare in arte un ricordo che così facendo resta indelebile e può essere condiviso da chi ha vissuto esperienze analoghe.
Strofe serrate lasciano spazio a un ritornello accattivante costruito su un tappeto musicale che poggia su un riff di chitarra elettrica e che bada al sodo per focalizzare l’attenzione dell’ascoltatore su un testo diretto e incisivo che racchiude i nuclei tematici di quello che sarà il suo prossimo progetto discografico, la cui uscita è prevista per la fine dell’anno e che vede alla produzione Andrea “BOOM.BO” Palumbo. Da questa collaborazione Il Cile ha ritrovato la forza e la liberazione espressiva che col tempo aveva un po’ messo da parte.
Il Cile racconta con queste parole Ma che musica c’é: “Con questo brano ho voluto fare una sorta di analisi della mia vita umana, professionale e sentimentale da quando ho iniziato a fare questo lavoro ad oggi, ne è nata una canzone che gioca tra i chiaroscuri della memoria, la nostalgia di certe melodie delle estati passate, la voglia di camminare verso il futuro con più disillusione ma meno zavorre, perché i bravi ragazzi spesso finiscono ultimi, ma non perderanno mai la voglia di gareggiare“.
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Il Cile è un cantautore con all’attivo tre dischi (Siamo morti a vent’anni, In Cile Veritas e La fate facile), accolti con entusiasmo da pubblico e critica, e autore tra gli altri per i Negrita, Loredana Bertè. Vanta collaborazioni di successo, tra cui quelle con i Club Dogo in Tutto ciò che ho e con J-Ax in Maria Salvador e Fiesta, e la vittoria del premio Sergio Bardotti come miglior testo del Festival di Sanremo 2013, dove aveva partecipato tra le Nuove Proposte con Le parole non servono più.