Elefante nella stanza è un’espressione tipica per indicare una verità che, per quanto ovvia e appariscente, viene ignorata o minimizzata. L’espressione si riferisce ad un problema molto noto ma di cui nessuno vuole discutere. L’idea di base è che, se le persone all’interno della stanza fanno finta che questo non sia presente, la ragione è che così facendo sperano di evitare un problema più che palese. Questo atteggiamento è tipicamente adottato in presenza di tabù sociali o di situazioni imbarazzanti.
Nel tempo l’espressione ha iniziato ad essere riferita anche a tutte le problematiche di natura mentale/psicologica.
Mi spieghi il nome del vostro gruppo?
Immaginate una signora, dal volto gentile e pulito, alla soglia della pensione…vedendola verrebbe subito da pensare alla tipica nonna che prepara biscotti, ai pranzi dalla quale non riesci mai a non mangiare troppo…invece eccola li, alla cattedra, professoressa nel giorno delle interrogazioni…B., chiamato a rispondere, non ne azzecca una, ma con strafottenza e noncuranza prova in ogni modo a rispondere, convinto di poter in qualche modo sfangarla…la faccia della nostra cara signora si fa sempre più rossa, anche i capelli raccolti in una sinuosa crocchia iniziano a fuggire tanto sono tesi dallo sforzo di mantenere comunque un comportamento incoraggiante e un tono della voce confortevole…ma B. non demorde, e continua ad attentare la pazienza della docente, che alla fine , esausta e furiosa, sbotta: “ MONDO BO…BO!” raccogliendo tutto il suo autocontrollo, con un colpo di reni tempestivo, si placa il battito del cuore e il respiro. Anche oggi, non ha ceduto.
Nasce così Mondo BoBo, un termine che rappresenta la non negazione delle emozioni, qualunque siano quelle che proviamo, ma la consapevolezza di esse e l’imparare a controllarle ed usarle.
L’espressione “elefante nella stanza” ci fa pensare a quei problemi evidenti che tutti vediamo, ma di cui nessuno vuole parlare. È un po’ come avere un enorme pachiderma nel salotto: impossibile da ignorare, eppure tutti evitano di affrontarlo. Perchè succede tutto questo?
Si, L’Elefante nella stanza è un’espressione tipica per indicare una verità che, per quanto ovvia e appariscente, viene ignorata o minimizzata. L’espressione si riferisce ad un problema molto noto ma di cui nessuno vuole discutere. L’idea di base è che, se le persone all’interno della stanza fanno finta che questo non sia presente, la ragione è che così facendo sperano di evitare un problema più che palese. Questo atteggiamento è tipicamente adottato in presenza di tabù sociali o di situazioni imbarazzanti. Nel tempo l’espressione ha iniziato ad essere riferita anche a tutte le problematiche di natura mentale/psicologica. Il filo conduttore è un richiamo all’azione, una presa di posizione…perché succeda non lo so, esattamente come non abbiamo la presunzione di dare risposte o soluzioni, ma piuttosto instaurare domande, provocare emozioni, dubbi, e la voglia di confrontarci l’un l’altro.
Cantate; Di solito ti senti importante a vent’anni, ma la realtà è che si diventa utili solo quando ci rendiamo conto di quanto sia insignificante l’individuo nello schema generale delle cose nell’universo. Quindi per un quarantenne non c’è più speranza? E per un sessantenne in attesa solo di una misera pensione?
In realtà quei versi (ispirati dal Galileo di B.Brecht) sono tutt’altro che la perdita della speranza…piuttosto una presa di coscienza, una consapevolezza di noi e del nostro ruolo nelle cose, e a volte l’osservare il tutto da un punto di vista più vasto, no dovrebbe farci paura, ma farci ridimensionare i problemi che ci affliggono ogni giorno in modo invalidante. L’essere il pesce più grosso nella palla non ci rende più forti, solo più sicuri perché protetti dalle pareti…ma io preferirò sempre cercare di essere nella vastità dell’oceano sconfinato..e allargando il campo visivo siamo tutti “puntini”..e abbiamo tutti lo stesso peso, e quindi dovremmo tutti cercare di dare il meglio con quello di cui disponiamo per dare il nostro contributo
Molte volte sia nel periodo del green pass che ora con il genocidio in corso del popolo palestinese mi è capitato di discutere ma la risposta è “noi cosa ci possiamo fare?”
Esattamente, una domanda, alla quale spesso è impossibile dare una risposta netta…un po’ come il senso della canzone “allora cosa?”… che parla di guerra appunto, descrivendole a volte con un parallelismo del bullismo … sono un convinto pacifista, ma cosa dico a mio figlio se viene oppresso? Non subire, non rispondere alla violenza con la violenza, non restare indifferente…alla fine solo dubbi e contraddizioni …
Penso che l’Italia sia uno dei paesi in testa alla classifica dell’indifferenza. Qui degli elefanti si accorgeranno forse quando la stanza sarà piena di merda di elefante (per usare una metafora sulla situazione politica, sociale etc) . Spero che abbiate in programma un bel po’ di concerti così che magari qualcuno si sveglia…
Lo speriamo anche noi, ma non per la presunzione di svegliare qualcuno o infondere messaggi o cosa.. solo perchè la musica per noi è condivisione, e questa conversazione vorremmo farla con più interlocutori possibile.