Una canzone che precipita in picchiata per poi riprendere quota, raccontando di un crollo e di una ricostruzione dell’anima.
Falco Ubriaco è il nuovo singolo di PUGNI in uscita oggi martedì 18 giugno e distribuito da Believe Music Italia.
Ascoltalo qui: https://bfan.link/falco-ubriaco
Dopo Orchestra di silenzi e Spigoli, il cantautore toscano ora adottato da Torino, al secolo Lorenzo Pagni, torna con una nuova canzone, terzo estratto dal disco d’esordio in uscita nel 2024.
Un brano dallo spirito rock, inquieto e tormentato, e dal testo profondamente personale, capace di raccontare con coraggio e consapevolezza un proprio periodo buio e la conseguente rinascita.
Il brano fa riferimento infatti a un episodio realmente accaduto all’artista. Nel 2018 avevo 25 anni, mi stavo laureando in psicologia, ma al tempo stesso ero un paziente che oggi seguirei con molto trasporto. Racconta PUGNI. Non era un bel periodo per la mia salute mentale e usavo l’alcol come farmaco.
Una mattina stavo tornando a casa dopo una serata in compagnia di persone con cui condividere la necessità di spegnere il cervello. Barcollando, camminavo sul muretto dell’argine dell’Arno, a Pisa, con la netta percezione che fosse qualcosa di estremamente pericoloso ma con un’insensata fascinazione verso il vuoto sotto di me. Alla fine la mia ombra ebbe la meglio: sono caduto (Scivolato? Buttato? Non l’ho mai capito) sul cemento. Dopo non so quanto tempo, mi sono risvegliato a terra con il bacino rotto, qualche graffio e l’incapacità di respirare per alcuni secondi.
Quella piccola morte è stata la mia risurrezione: fui obbligato a restare immobile per due mesi, ritrovai la mia strada e mi rimisi in piedi con rinnovata energia. Poco dopo poi conobbi una ragazza che mi aiutò a ritrovarmi nella luce dei suoi occhi.
Falco Ubriaco è una lettera di PUGNI a se stesso, per ricordare i propri limiti e i propri errori, ma al tempo stesso è una lettera di ringraziamento alla persona che l’ha salvato e gli ha fatto ritrovare la luce.
È un’esplosione di dolore, liberazione e redenzione, in cui la voce di PUGNI grida con forza, in tutta la sua dolce e potente ruvidità, il groviglio di sentimenti e riflessioni che quella caduta ha risvegliato.
E lo fa volando sopra un riff dagli echi grunge di Danny Bronzini (tra le cose musicista per Jovanotti, Willie Peyote, Venerus), e a un mondo di emozioni tribali trasmesso nell’uso delle percussioni. Il tutto cucito insieme con armonie ben studiate e melodie intense: quello stile sonoro che, fondendosi al suo costante lavoro di introspezione testuale, dà a ogni canzone di Pugni un’intensità speciale.
Ascoltalo qui: https://bfan.link/falco-ubriaco
BIO
Lorenzo Pagni, in arte Pugni, nasce nel 1993 a Pisa, sulle sponde di un fiume, e cresce navigando sulle sue acque. Di giorno fa lo psicologo, di notte scrive canzoni.
Si avvicina alla musica fin da piccolo attraverso i dischi del padre, comincia a suonare la batteria e poi la chitarra. Al tempo stesso, diventa un campione di canottaggio, rappresentando anche l’Italia ai campionati europei e mondiali. Ogni giorno passa ore seduto in silenzio, sorretto dall’acqua e circondato dagli alberi dell’Arno, ripetendo e affinando lo stesso gesto milioni di volte. Ed è così che arriva a comprendere quella musica di cui si era innamorato: scandendola nel ritmo cadenzato dalle remate. Dai 16 anni inizia a esibirsi nei locali e poi a scrivere canzoni, che per anni però restano nascoste in camera sua. Comincia a lavorare nei locali notturni come barman, musicista e dj e recupera – forse pure troppo – la mondanità e il divertimento perso durante un’adolescenza guidata dal senso del dovere. Ogni tanto canta qualche canzone inedita, ma di quelle che non parlano di lui, di quelle scritte col freno a mano, che non impegnano troppo. Nel 2018 entra nella band Scarlett con cui inizia a suonare in giro per l’Italia, con qualche uscita in Francia e Olanda. Con loro produce qualche brano, che farà poi uscire col nome di Pugni una volta sciolto il gruppo.
Nel 2020 saluta il mare e i pescatori per spostarsi sulle sponde di nuovi fiumi, a Torino. È qua che inizia a esprimersi per quello che è: il remo si trasforma definitivamente in una chitarra e la fatica fisica in quella necessaria per la conoscenza dell’animo umano. Ma la sua città natale gli dà ancora qualcosa: l’incontro con Danny Bronzini (Jovanotti, Willie Peyote, Venerus), suo concittadino trasferitosi anche lui a Torino, è determinante nel suo percorso di crescita artistica e nell’adozione di una visione matura del processo creativo. Danny, così come Kendo – produttore torinese con cui Pugni scrive e produce in grande sinergia – gli offrono nuovi stimoli che lo portano a liberarsi dalle proprie rigidità e avviare un processo di ricerca tutt’ora in corso. Processo che si mescola profondamente alla sua attività di psicologo: dopo la laurea inizia a lavorare in una clinica psichiatrica, dove ascolta storie di vita al limite del credibile. La complessità delle persone che incontra gli fornisce il materiale emotivo per scrivere, che diventa non solo una necessità espressiva, ma un vero e proprio strumento terapeutico con cui poter esorcizzare il dolore. Pugni ha selezionato 8 delle canzoni che ha scritto negli ultimi anni e le ha raccolte nel suo primo album in uscita nel 2024 con distribuzione Believe Music Italia e il supporto manageriale di Costello’s Records. Il 5 marzo è uscito il primo singolo, Orchestra di silenzi, mentre il secondo, Spigoli, è uscito il 12 aprile.