“The Mother Code” è il quarto album di Micaela Battista in arte Silver Snake. Un nuovo lavoro che segue i tre precedenti che hanno contribuito a segnare il percorso artistico della musicista.
MIAB: Benevenuta Michelle, “The Mother Code”, il tuo quarto album ha una matrice rock dalle molteplici influenze e sperimentazioni che vanno dal blues al rap: come lo sta accogliendo la critica?
SM: Per il momento direi bene. E io sono molto soddisfatta del risultato di questo lavoro. E’ un album che aggrega diversi stili partendo da una matrice rock. E voleva essere così…versatile, poliedrico. Ha avuto una lavorazione piuttosto lunga. Ho rivisto più volte gli arrangiamenti. Ero in una fase di cambiamento e ne ha risentito anche l’album che si modificava con me. E’ stato un viaggio intimo, profondo e costruttivo.
MIAB: Chi sono i tuoi compagni di viaggio in questa avventura musicale?
SM: Direi che il punto fermo che mi ha seguito fin quasi dal principio è Daniele Marchetti. Mi aiutò ad arrangiare il primo disco insieme a Dario Arena, il quale però per numerosi impegni musicali assunti in precedenza, dopo le registrazioni del primo album “So in my mind” lasciò il progetto. Valentino Vitali, il batterista che ha registrato il secondo disco e ci ha aiutato negli arrangiamenti. Marcello De Toffoli che ci accompagna tuttora negli arrangiamenti e nel mixing. E si sono susseguiti diversi musicisti tra cui Paola Caridi, Gabriele Civiero, Charles Berthoud, Greg Baker, Vinny Da Silva, Enrico Mamoli, Francesco Zanni, Tiziano Pantano che suona il contrabbasso e ci segue in formazione acustica.
MIAB: Synth e suoni campionati oppure un sound più genuino e naturale?
SM: La seconda sicuramente. E’ molto più emozionante, anche se ti dico che in verità qualche intervento di suoni più artefatti mi piace, ma non in sostituzione di uno strumento vero. Semmai qualche pennellata di synth quà e là. Poi dipende dal contesto della canzone. In un brano rap, come ad esempio ItAlien, ci stanno bene suoni campionati e synth e soprattutto comunicano qualcosa. Uno strumento suonato da un musicista comunica vita, battito e esprime un’emozione. Uno strumento Synth può voler evidenziare l’assenza di tutto questo e dipingere una realtà più statica e asettica.
MIAB: Come definiresti il tuo modo di fare musica?
SM: Diversa. Proprio nella concezione della Musica. Nella creazione del mio percorso, nel messaggio e nella proposizione al pubblico. Infatti a proposito di questo, insieme al mio arrangiatore e musicista Daniele Marchetti, abbiamo creato SNAKE MACHINE, una factory di Silversnake per proporre eventi musicali più particolari che racchiudano nella musica più arti insieme e che propongano la musica in modo più…sensoriale.
MIAB: Che cosa ne pensi della scena musicale italiana in generale?
SM: Che manca lo spazio per tutti. Un tipo di musica non esclude che ve ne possa essere una differente. In altri Paesi vi è più apertura. Se va di moda la Trap e il melodico non è che viene messo in secondo piano chi fa rock o metal. Qui sì. Sono nicchie. E non c’è neanche modo per gli artisti Emergenti (emergenti o sommersi?) di farsi ascoltare. Non vengono passati in radio e attraverso i concerti pure peggio. Bisogna per forza essere condannati alla gogna dei Talent?
MIAB: In un tuo brano parli di Talent Show, ma noi non vogliamo anticipare niente e lasciamo la parola a te: pro o contro, e perchè?
SM: Parlo di Talent Show in Plastic e anche in ItAlien. Sono assolutamente contro. Sono solo macellerie di sogni. Gli artisti che si presentano sperano in un trampolino di lancio o in una scorciatoia, ma diventano carne da macello. In pasto ai meccanismi dello show biz. Illusi e in taluni casi derisi. Sono dell’idea che tanto è veloce la scalata tanto lo è la discesa e a volte controllare gli effetti della caduta è difficile. Spettacolarizzare qualunque cosa è diventata una moda, ma è un sistema che non lascia nulla. Non è creativo. E’ solo una macchina da soldi e diseduca il pubblico ai buoni e nuovi ascolti musicali.
MIAB: Lascia un consiglio a chi vuole intraprendere la strada della musica!
SM: Non snaturare la propria arte, non scendere a compromessi e crederci sempre. Anche se non diventerai una star, avrai la soddisfazione di essere te stesso e chi ti apprezzerà lo farà per questo e non per chi fingi di essere. Sembrerà una stupidata, ma a lungo andare la maschera diventerà sempre più pesante e fare i conti con se stessi diventa dura.