Sirgaus – “L’Anguana e la Gemma del Mare Ancestrale”

Sirgaus – “L’Anguana e la Gemma del Mare Ancestrale”

Un album, un concept, un film indipendente e anche un musical. Questo è “L’Anguana e la Gemma del Mare Ancestrale” che narra di una favola dolomitica che parte dal 1661 incentrata sulla figura di una fascinosa strega locale. Il musical si avvale della collaborazione di Sandro Gerardi, regista e videomaker che realizzerà un film indipendente di quest’opera. Il disco quindi è un viaggio sonoro attraverso questa avvincente storia. Abbiamo un background che affonda maggiormente le proprie radici nel metal orchestrale e sinfonico con l’alternanza di voce maschile e femminile, con episodi che sono legati uno all’altro e costituiscono un album carico di idee e pieno zeppo di di ottimi arrangiamenti.

C’è un certo retaggio gothic metal anche a far da base al disco, un qualcosa di leggermente oscuro che aleggia qua e la, e questo aspetto è ben supportato proprio dalle parti vocali che appaiono sempre calzanti e innovative per certi versi. Innovative perchè nell’album ci sono diversi registri, a prescindere che si parli di voce maschile o femminile. A volte ci sono delle parti quasi parlate, come fosse un menestrello che ci racconta la storia di questa Anguana. A livello musicale la tracklist è avvincente perchè presenta un sali e scendi di emozioni, e l’album entra nel vivo con la seconda traccia, “Zoro”, dopo una prima canzone che funge più da introduzione, con tutte le sue parti narrate e lo sprint finale, che è poi la title track. “

Con “Indomita Arte” la band sembra entrare nel pieno delle proprie progressioni orchestrali e la traccia in questione è davvero molto ben costruita e fa respirare epicità al suo top. A partire da “La Miniera Oscura” la band intraprende un percorso di introspezione spiccato, e tracce come queste non saranno isolate, ma avvieranno poi la vera essenza cangiante dell’album, sempre in bilico tra symphonic-gothic e progressive metal. Ad ogni modo gli amanti del power-symphonic metal potranno sicuramente trovare delle tracce per i loro gusti, basti ascoltare canzoni rocciose e dirette come “Sui porti di Candia” o “A Zubiana”.

Ma ricordate, non ci si getta mai nella super velocità tipica del genere, ma si preferisce giocare molto sulle atmosfere, dettate anche dalle ingombranti tastiere che sono praticamente onnipresenti in ogni parte del disco. Ascoltare per bene prima di emettere un giudizio, mi raccomando, perchè questo album lo si capisce solo con un po’ di impegno e dedizione.

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