Tucci, “Oblio” , il nulla assoluto

Tucci, “Oblio” , il nulla assoluto

Uscito il 31 marzo, “Oblio”, è il nuovo singolo di TUCCI e anticipa il primo EP del musicista siciliano. “Oblio” è il brano più oscuro tra quelli sinora pubblicati dall’artista, avvolto da un’atmosfera cupa e piena di grana indefinita, ben rappresentata dalle sonorità dei synth, delle chitarre, del basso e della batteria.

MIAB: Ciao Tucci! Il tuo nuovo singolo, uscito il 31 marzo, si intitola “Oblio”: a cosa si riferisce questa sensazione di nulla cosmico?
Tucci:
“Oblio” si riferisce alla mia più grande paura, quella di morire. “Oblio” è per me una delle parole più spaventose che esistano, rievoca il nulla assoluto. Il brano nasce da un momento di sconforto, in cui non sono state tanto le mie paure ad essere protagoniste, quanto la sensazione di angoscia legata ai problemi che affliggono il mondo in questo periodo storico: pandemia, guerra, cambiamento climatico. Il pezzo prova ad esorcizzare queste paure che attanagliano me e i ragazzi della mia generazione.

MIAB: Parlaci della copertina.
Tucci:
La copertina è frutto del genio di un mio carissimo amico di nome Nicolò Fazio. Quando ho pensato a qualcuno che potesse disegnare qualcosa di originale e iconico ho subito pensato a lui. Una sera mi ha invitato a casa sua e mi ha mostrato i suoi schizzi e mi sono innamorato di questa donna con le mani che le coprono il viso e che in qualche modo ricorda il famosissimo “Urlo” di Munch. Nulla descrive meglio questa canzone.

MIAB: Ci sono dei brani che hai scritto e che forse non vedranno mai la luce?
Tucci:
Io spero il contrario: tutto ciò che ho scritto finora l’ho conservato e sono affezionato ad ogni singola composizione. Vorrei produrre tutta la miriade di demo che ho fatto! Pian piano qualcosa la scarterò, ma non riesco a farlo facilmente. In genere quando finisco un brano, lo faccio perché sin dall’inizio sono convinto del fatto che quello che sto facendo è davvero figo, altrimenti non lo porto avanti. Quindi scartarne qualcuno sarà duro, ma potrà succedere.

MIAB: Che cosa ne pensi della scena musicale italiana?
Tucci:
Ho un rapporto di amore e odio con la scena musicale italiana. Se si scava bene si trovano dei gioielli magnifici! Sono impazzito coi Leatherette, amo i Post Nebbia, Merli Armisa, i C’mon Tigre, i Materazi Future Club, il mio concittadino Adriano e tanta roba su questa nuova wave. Amo anche la scena shoegaze italiana composta da Clustersun, Novanta, Mondaze, Rev Rev Rev e altri nomi davvero validi che ne fanno parte. Insomma, la scena italiana esiste ma avrebbe bisogno di maggiore visibilità a mio avviso. Come si può fare non lo so, ma il minimo che possiamo fare noi musicisti è supportarci a vicenda.

MIAB: …e come ti senti tu in relazione alla scena musicale italiana?
Tucci:
Io sento che per certi versi ne faccio parte, perché ciò che è nato nel mio territorio catanese mi ha influenzato e non poco. Come gli stessi Clustersun, il cui chitarrista, Mario Lo Faro, è parte del progetto Tucci con le sue chitarrone. Ma anche gli Uzeda, che sono LA band storica catanese e i Lead To Gold che amo tantissimo. Ci sono diversi gruppi italiani che mi hanno influenzato, come quelli citati nella risposta alla domanda precedente. Allo stesso tempo però mi sento maggiormente legato al panorama musicale straniero, che è quello che mi accompagna da sempre nella mia crescita musicale e nel quale ho trovato i maggiori punti di riferimento, in artisti come Jonathan Bree, Baxter Dury, DIIV e Apparat.

MIAB: Ci sono dei piccoli spoiler che puoi farci sul progetto Tucci?
Tucci:
Quello che posso dirvi è che sono in programma l’uscita di un EP e un debutto molto figo che sto preparando insieme al mio produttore esecutivo Ivano “Pul” Pulvirenti, a Mario Lo Faro alle chitarre e a Francesco Paladino alla batteria. Entrambe le notizie verranno date nel mese di aprile, quindi non ci sarà aspettare molto. Seguitemi perché i prossimi mesi saranno davvero interessanti!

https://open.spotify.com/track/2RxSDSqvu3NSEXFd1pcChh?si=fd6f458a1a884649

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