Le Piccole Morti hanno pubblicato lo scorso 1 marzo il loro nuovo singolo, “Cupe Vampe”, cover del brano originale del C.S.I. pubblicato nel 1996, un’esperienza musicale che cattura l’essenza della cultura underground e invita gli ascoltatori a confrontarsi nuovamente col micidiale connubio che precise parole e musica sono in grado di generare in una fusione perfetta tra suoni underground e riflessioni filosofiche.
Musica e cultura underground: il legame tra Le Piccole Morti e C.S.I.
Le Piccole Morti pubblicano da band indipendente, per diretta esigenza artistica e per concretizzare il sentire di una radice comune, un universo di appartenenza legato tanto alla contaminazione quanto al territorio. Questo stretto legame con la cultura underground connette fortemente C.S.I. e Le Piccole Morti, due formazioni musicali e collettivi artistici che hanno vissuto e vivono di introspezione e crudezza. Abitare la provincia, costruire una scena, riconoscersi quando ci si incontra: questo è il significato di riproporre, ventotto anni dopo, un brano che ha fatto la differenza e che continua a porsi come iconico.
Un arrangiamento potente e dinamico, in perfetto stile Le Piccole Morti
“Cupe Vampe” nella versione de Le Piccole Morti porta il brano del C.S.I. su un binario che aggiunge solidità ai toni angosciati e tragici dell’originale. Si tratta di una canzone che, attraverso un mix unico di suoni e rivisitazioni, acquisisce una nuova voce. Questa volta il motivo che resta nella mente è quello tracciato col sangue dall’arrangiamento di Alex Cavani. Alla staticità austera della versione originale si contrappone il dinamismo rock della cover: lì dove c’era il violino di Giorgio Canali ora ci sono i sintetizzatori di Francesco Ferrari; la chitarra di Alex Cavani e la batteria di Lorenzo Petrucci tessono le trame del brano, mentre il basso di Federico Caroli sorregge con forza l’intera esecuzione. Infine la voce di Alessandro Degl’Antoni, non più dimessa e salmodiante come quella di Giovanni Lindo Ferretti, ma invece rabbiosa e prorompente, per gridare con più forza le parole di un testo che pare non essere invecchiato di un giorno. Ad una prima parte più composta, con il ritornello a due voci e l’assolo di chitarra a fornire appigli sicuri all’ascoltatore, segue la seconda dove il ritmo si alza e la voce si inasprisce, concludendo il brano con una scarica noise rock durante la quale chitarra e synth si confondono fra loro in un turbinio di feedback e rumore bianco.
Una nuova voce per un brano iconico
Il singolo cattura perfettamente lo spirito della cultura underground, offrendo una visione sonora e emotiva differente nel panorama musicale contemporaneo. Il testo originale, con la sua intensità, affronta tematiche oscure e vivide allo stesso tempo, così come “Cupe Vampe” de Le Piccole Morti rende giustizia al capolavoro originale targato C.S.I. e si distingue per la sua autenticità e originalità, offrendo un riarrangiamento singolare e potente rispetto al panorama musicale attuale.
Il frontman de Le Piccole Morti, Alessandro Degl’Antoni, assieme al chitarrista e polistrumentista Alex Cavani, condividono la loro visione dietro il singolo, sottolineando l’importanza di esplorare nuove frontiere musicali e concettuali. “Con ‘Cupe Vampe’ volevamo riproporre qualcosa di più di una semplice cover”, affermano. “Riproporre nel 2024 un brano come ‘Cupe Vampe’ non è un’operazione semplice: eseguire fedelmente la canzone impallidendo al cospetto della versione originale è un’opzione che non avevamo mai valutato; al contrario la volontà della band è stata quella di dare la propria personale impronta alla composizione donandole una nuova veste, coerente con il rock alternativo a tinte cupe del combo modenese.”
Una produzione esemplare, tra collaborazioni e originalità
Il singolo è stato prodotto da Francesco Ferrari nel luglio del 2023. Le Piccole Morti hanno registrato il brano in presa diretta all’interno del Teatro di KIA a Marano sul Panaro (MO) e, nello stesso luogo, il regista Leonardo Foschi ha girato il videoclip che accompagna la canzone. La produzione è stata poi portata a termine da Francesco Ferrari nel proprio studio, come già avvenuto per le precedenti pubblicazioni del gruppo: Afterdark (2022) e Tre Movimenti al Nero (2022). La collaborazione tra talentuosi musicisti tecnici audio-video provenienti dalla scena underground modenese e non solo ha dato vita ad un’opera musicale che desidera riflettere l’intento originale del C.S.I. senza tuttavia emularne lo stile.