Giuseppe D’Alonzo apre il nuovo anno con un emozionante singolo “L’ora più dolce”. IL brano disponibile dal 10 gennaio vede la collaborazione della cantante Manuela Limina.
Per l’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con l’artista.
Come è nato il progetto di “L’ora più dolce”? Quali sono state le ispirazioni principali per il brano?
Il confronto generazionale credo sia la chiave di lettura corretta per interpretare questo brano e individuarne la genesi. È da un po’ che mi appassiono a questo tema, credo che oggi sia più importante che mai parlarne. Questa mania di etichettare tutto ci restituisce anche un simbolo per ogni generazione, i boomers, la x, z e così via, che odio.
Visto che è appena iniziato un nuovo anno, la preghiera che faccio per questo 2025 è questa: dimentichiamoci queste etichette.
Cerchiamo di metterci di più nei panni dell’altro per comprendere chi è rimasto indietro, e questa volta sta rimanendo indietro una intera generazione che stupida non è, anzi, quindi quello che farà, e sta già facendo, sarà abbandonare la nave alla ricerca di lidi più idonei e rappresentativi.
Le due espressioni del brano, gli amanti maturi e gli adolescenti al primo amore sembrano chiedere al mondo, con eleganza, di rallentare come ad invocare un ritorno di una umanità quasi perduta. In questo le generazioni a confronto sono inconsciamente ma sapientemente in accordo.
Cosa ti ha portato a collaborare con Manuela Limina per questo singolo?
Con Manuela ci conosciamo da anni, apprezzo molto le sue doti canore che, a mio avviso, si adattano perfettamente a questo brano che le permette di esprimere una discreta parte delle sue grandi potenzialità.
Secondo te, come le nuove tecnologie influenzano il modo in cui diverse generazioni vivono e percepiscono l’amore?
Bella domanda e di non facile risposta.
Quello che percepisco è una flessione dell’amore romantico che ha lasciato il passo ad un amore più “pratico”, pragmatico se vogliamo. Se ci pensiamo tutto oggi è più superficiale, dettato dalla velocità che sembra essere il mantra dei nostri giorni.
Non dico che sia sbagliato, dico solo quello che intuisco. L’avere tutto subito forse fa perdere un po’ quella poesia che circondava le cose, i sentimenti. Però è l’evoluzione e dobbiamo farci i conti. Stiamo evolvendo verso i cosiddetti Cyborg, lo smartphone di fatto è già un’estensione del nostro corpo e della nostra mente. Che presto qualcosa di elettronico verrà integrato biologicamente nel corpo umano, anche per fini ludici, è solo un piccolo dettaglio, ma la direzione è già tracciata. Perché pensate che accelerano per una connessione sempre e ovunque disponibile sulla faccia della terra? Per poter avere servizi (alcuni utilissimi per l’utilizzatore, altri probabilmente utili solo per chi li produrrà) sempre disponibili e ovunque, anche in cima ad una montagna e anche senza smartphone…Quindi dobbiamo forse chiederci come sarà l’amore visto dal punto di vista dei Cyborg. Sarà ancora pura magia oppure sarà un pragmatico opportunismo?
Il videoclip è stato girato in luoghi simbolici come Villa Sciarra e Monte Mario. Come questi spazi hanno influenzato la narrazione visiva della canzone?
Quando ho immaginato il video ho pensato subito a Villa Sciarra come location principale, la musica mi ispirava il verde, la natura e la bellezza di statue e fontane. Soprattutto quel bellissimo padiglione a pianta circolare denominato “Gloriette”, che ho voluto utilizzare come scenografia centrale del video, mi sembrava un luogo perfetto per inscenare questa breve e romantica storia.
Com’è stato lavorare con Alfredo Tarantini e Jacopo Canali per il videoclip? Cosa hanno aggiunto al progetto?
Alfredo è un abile fotografo, cameraman, sa davvero cogliere il meglio durante le riprese. Jacopo ha curato tutta la post produzione e quindi il montaggio creando uno storytelling molto aderente al mio desiderata. Il risultato mi ha soddisfatto a pieno.
Hai in programma altre collaborazioni o progetti simili per il futuro?
Al momento sinceramente no, però sono sempre aperto a collaborazioni che apportino valore ai progetti.