Vietato definirla icona anni ottanta. Le etichette si sa le ha sempre rifiutate. Se poi aggiungi che da più di 40 anni ci impone di non chiamarla Donatella….!
Anche in occasione del suo primo libro autobiografico dal titolo “Dadauffa – Memorie agitate” in copertina troneggia il suo cognome : Rettore.
Sebbene all’interno del volume ci sia tanta Donatella. Donatella figlia, Donatella moglie, donna e femmina, e poi ancora la Donatella femminista, animalista, cittadina del mondo anche in quella costante attenzione alle diversità, ai deboli, a chi non ha voce.
Dadauffa è molto più di un racconto di vita, è un’attenta analisi della vita stessa. ma anche della morte che è in essa compresa.
Commovente, divertente, spiazzante, Rettore non ci offre semplicemente, nel suo snocciolare pagine della propria esistenza, la classica tavolozza di colori nel linguaggio, nei temi e nei toni, ma al lettore sembra arrivino improvvise spennellate come se con quella tavolozza ci avesse giocato.
D’altronde con le parole miss Rettore si è divertita e ci ha fatto divertire per anni : i testi di “Kobra”, “Lamette”, “Donatella” (tanto per citarne qualcuno) sono stati una vera e propria rivoluzione nel linguaggio e nella grammatica musicale italiani.
Il libro (che vi consigliamo) è stato presentato in anteprima nazionale a Firenze in occasione del festival “L’eredità delle donne” diretto da Serena Dandini.