Il 22 dicembre alle ore 18.30 a Contemporary Cluster di Roma viene presentato il nuovo numero di IRAE, serie editoriale e visual storytelling intorno all’ambiente per guardare oltre il visibile, immaginando scenari possibili e documentando il presente, attraverso i contributi di grandi firme del contemporaneo artistico, critico e fotografico, con contenuti esteticamente importanti: 200 pagine per parlare di ambiente in modo nuovo, per fare community intorno alla sostenibilità, con protagonisti ogni volta diversi – poeti, scienziati, visionari, fotografi illustratori, pensatori – per scandagliare il contemporaneo.
Punto di incontro tra discipline diverse, il nuovo numero di IRAE vede protagonisti contributi d’eccellenza per parlare di cambiamento e trasformazione con un focus speciale sul mondo della botanica, sul ruolo delle piante, sui loro usi millenari e sulla loro simbologia, con oltre 31 artisti italiani e stranieri che – ognuno a suo modo – testimoniano attraverso scatti e studi la resilienza della natura, il potenziale della trasformazione e la rinascita possibile.
Sempre presente anche il tema della moda sostenibile grazie alla ricerca e al lavoro della fashion director Simonetta Gianfelici, che conduce il lettore lungo un cammino nelle montagne abruzzesi.
Dopo aver affrontato la fine del mondo nel primo numero, nel secondo IRAE si concentra sulla rinascita e la predisposizione alla trasformazione che risulta ormai inevitabile.
A partire dal mondo del cibo in cui Patrizia Boglione racconta della ricerca del design di immaginare nuove ecologie alternative con l’obiettivo di creare empatia con forme di vita non umane come piante pioniere, coralli simbiotici, api solitarie o specie immaginarie e di come il Centro di Gastronomia Genomica (The Center of Genomic Gastronomy) abbia immaginato un ristorante sperimentale, To Flavour OurTears, in cui noi diventiamo nutrimento per altri organismi, offrendo loro le nostre umane, che contengono i sali necessari per la sopravvivenza di alcune tarme ed insetti. Le foto di Supinatra ci portano in un mondo onirico in cui si ridefinisce il legame fra la donna e la natura.
Le immagini satellitari dell’ESA che mostrano le superfici del nostro pianeta lì dove il genere umano esercita la pratica antica dell’agricoltura diventano una nuova forma d’arte, usate per rimodellare il rapporto dell’umanità con l’agricoltura. Ciò non deve implicare la fine della poetica relazione tra l’essere umano, la terra e le stagioni, ma al contrario favorire un rinnovamento della stessa, grazie alle diverse prospettive e allo sguardo nuovo su noi stessi e sul pianeta che i satelliti ci offrono.
Angelo Cricchi ci porta nelle comunità sciamaniche ai piedi dei Pirenei, donne che compaiono all’improvviso da stanze in penombra o direttamente dai campi, sempre sorridenti ed accoglienti. Lavorano, scalze ed iperattive. Spostano massi, zappano, cucinano, percorrono sentieri nei boschi alla ricerca di erbe. Danzano e cantano spogliandosi come per un comando superiore non appena la luce si fa ombra.
In solitudini e nuove comunità possibili: i testi di Federica Araco e le immagini di Ilaria D’atri raccontano la storia delle madri che si ritirano a Stromboli per crescere i figli, e il rapporto con il vulcano che vive la sua vita e come Madre Terra tende la sua bocca al cielo. Per gli isolani è Iddu, lui: una fonte inesauribile di energia che al contempo rincuora e intimorisce e un monito sulla fragilità della condizione umana davanti alla potenza degli elementi che qui si mostrano nella loro primordiale intensità.
Angelo Bellobono artista ed alpinista dipinge atmosfere e storie sospese, che indagano il rapporto tra antropologia, geologia, identità, confine e territorio ridisegnando costantemente il paesaggio naturale e sociale.
“La rinascita può essere intesa in senso spirituale da parte di ognuno di noi” spiega Veronica De Angelis, Presidente della no profit Yourban2030 ideatrice ed editrice di IRAE “ma anche rinascita dal punto di vista dell’ambiente che ci circonda. Perché sia l’uomo sia la natura sono fatti per rialzarsi e andare avanti dopo ogni momento di rottura. Irae vuol essere un ritorno alla carta stampata, uno sguardo materico sul mondo, un oggetto da sfogliare che offre scorci e chiavi di lettura del nostro oggi dove nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Anche il progetto grafico è completamente cambiato. Accadrà ad ogni uscita, chiedendo a studi diversi di interpretare il tema del numero. Rimarrà sono il logo e soprattutto la libellula, altro simbolo di trasformazione”.
“Grembo femminile, fertilità e trasformazione, magia ed occulto diventano metafore del cambiamento e narrazioni simboliche per riappropriarsi della fiducia in una guarigione in tempi incerti come questi. In momenti di transizione totale. C’è molta magia in questo numero” sottolinea Angelo Cricchi, direttore creativo di IRAE. “La magia è un utile mezzo per fuggire dal razionale e immaginare altri mondi riconfigurandoli in una auspicata fusione di sogno e realtà. L’azione è stata quella di “reincarnare un mondo disincantato” per esplorare le relazioni tra natura e potenziale di trasformazione.”
Partecipano e contribuiscono alla realizzazione del secondo numero di IRAE: Michele Guido ,Alice Previtali, Andrea Privitali, Jean-Marc Caimi, Valentina Piccinni, Agostino Iacurci, Giulia Caneva, Angelo Cricchi, Jordi A.Bello, Alberto Iacovoni, Lucia La Gatta, Marzia Messina, Sham Hinchey, Supinatra, Patrizia Boglione, Grazia Maria Fiore, Anna Atkins, Silvio Mignano, Tiziana Cera Rosco, Cristina Costanzo, R.E. Zapata Arias, MariaGiovanna Luini, Francesca Serra, Angelo Bellobono, Tommaso Evangelista, Simonetta Gianfelici, Matteo Basilé, Gianluca Marziani, Cirkus Vogler, Ilaria D’atri, Federica Araco.
Le due copertine sono state realizzate da Michele Giudo per la versione italiana e da Agostino Iacurci per la versione inglese.
IRAE è distribuito in Italia da Messaggerie e all’estero da LibroCo. È disponibile nelle migliori librerie e negli store di rivendita online.
Info su www.iraedition.org