I sogni dell’uomo sono più antichi della saggezza d’Egitto, della sfinge contemplativa e di Babilonia cinta in giardino. Gli incubi sono più antichi della vita stessa: da uno di essi nacquero gli EGO 3.”
Composti da Jonathan Banchetti ed Emanuel Accattoli, gli Ego 3 sono un power duo italiano alternative rock caratterizzato da sonorità ruvide e testi cupi che nuotano tra l’intimo, il sociale e l’esoterico.
Nel 2019 pubblicano il primo album “Nel buio” e lo promuovono suonando in tutt’Italia, aprendo a Sick Tamburo, Giorgio Canali, Hate & Merda e facendo ballare i detenuti del carcere di Parma.
Dopo la pubblicazione dell’EP “Così sia” [2021] e l’apertura ai Litfiba al Bambù Festival, nel 2022 arriva il disco “Voglio l’inferno”, racconto di un uomo disperato che si suicida con l’alcol per ritrovare la bellezza della vita.
“Ci sono persone che per predestinazioni sconosciute hanno la capacità di vedere e percepire le sfumature più sottili, a volte terribili, della realtà che ci circonda. Noi modelliamo con fuoco elettrico queste sensazioni intime e profonde, forgiandole in musica e liberando i nostri ascoltatori dalle catene della loro incoscienza.”
MIAB: Com’è nata la scelta del titolo del vostro nuovo album ?
Ego3: Dentro ognuno di noi brucia l’inferno, ed è un posto magnifico.
MIAB: Avete mai pensato a testi in Inglese ?
Ego3: Abbiamo delle cose da dire. Già nel locale medio non si capisce un cazzo, figuriamoci se cantassimo in inglese.
Per il futuro è impossibile fare delle previsioni, ma all’italiano ci siamo abbastanza affezionati
MIAB: Synth e suoni campionati oppure un sound più genuino e naturale?
Ego3: Il nostro modo di fare musica è estremamente analogico, a tratti selvaggio. Le campionature, i metronomi, gli autotune e tutte quelle diavolerie che usate senza coscienza risucchiano l’anima del musicista e dell’ascoltatore le teniamo ben lontane.
MIAB: Che cosa ne pensate della scena musicale italiana in generale ?
Ego3: Ci sono delle band e degli artisti grandiosi, come Messa, La Tosse Grassa, Lili Refrain, Hate & Merda, Joe D’Elirio e molti altri.
Qualcuno di loro vive di musica, qualcuno no, in ogni caso tutti si muovono in circuiti underground. Alla luce del sole abbiamo i trapper che se provano a parlare di argomenti spinosi come i P38 La Gang vengono denunciati e rischiano seri problemi legali mentre la massa di trogloditi che inneggia a soldi, droga e criminalità organizzata è felice di pipparsi la propria cocaina.
Il resto è qualcosa impacchettato e prodotto per vecchi e distratti.
Tirando le somme, sotto terra, negli inferi, ci sta un mondo magnifico. Alla luce meglio spararsi.
MIAB: Com’è nata l’idea della copertina ?
Ego3: I nostri album in studio seguono la simbologia dei tarocchi: nel primo album, Nel Buio, la copertina era un rifacimento del tarocco della Luna, nel nostro EP “Così Sia” era rappresentato il tarocco della morte e su quest’ultimo il tarocco del Diavolo.
Un altra nostra fonte di ispirazione è stata il dipinto di Goya “Il grande caprone”, dove abbiamo invertito gli elementi femminili e maschili.
MIAB: Avete concerti in programma ?
Ego3: Abbiamo ben tre live in programma: a Chieti Scalo il 29 Ottobre (Old Tower Jungle), a Macerata il 4 Novembre (Jungle Club) e a Montecosaro il 19 Novembre (Teatro delle Logge).
Alla prossima!