I MATER sono un gruppo bolognese composto da Riccardo Fedrigo, Alessandro Donegà, Riccardo Roncagli e Daniele Benasciutti. La band prende il nome dalla traduzione latina di “Mother”, il brano di John Lennon che apre l’album “Plastic Ono band”, primo lavoro solista dell’ex Beatles. Hanno all’attivo un EP autoprodotto intitolato “Not this time” pubblicato nel marzo del 2022.
“Lollipop” è il nuovo singolo della band, che anticipa l’uscita dell’EP “Vear”, disponibile dal 27 ottobre 2023 su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radio, pubblicato e distribuito da (R)esisto. Produzione artistica Michele Guberti (Massaga Produzioni), realizzato presso il Natural Headquarter Studio di Ferrara.
MIAB: Ciao, come è nata la scelta di “Lollipop” come singolo?
Mater: “Lollipop” è un caso strano nel nostro repertorio perché nasce addirittura prima dei Mater. È un pezzo che io (che sono Fedrigo, quello che canta) avevo scritto quando ancora suonavo in un’altra band, ma che poi non era andato da nessuna parte. Ma a me piaceva tantissimo e lo avevo tenuto a mente, tanto proporlo poi a Bena, Done e Ronk, i miei regaz della nuova band. A loro è piaciuto e abbiamo deciso di lavorarci. Il modo in cui si è sviluppato, dalla sala prove allo studio di registrazione ci ha sempre più convinto che fosse una canzone speciale. Non solo per il tema – la perdita di un genitore – ma anche per il clima sonoro che crea. È un po’ come se concentrasse in sé tutte le essenze del nostro Ep, nei temi, nel sound e anche nelle immagini: sulla copertina del singolo c’è un piccolo pugile malinconico e agguerrito. I nostri testi parlano spesso di paure da affrontare, magari anche con uno smarrimento infantile, ma senza l’intenzione di arrendersi.
MIAB: Perchè un Ep e non un Album?
Mater: Consideriamo “Vear” come un secondo inizio, dopo l’esordio autoprodotto di “Not this time”. Abbiamo pensato di partire con una specie di campione, un assaggio. Volevamo includere i brani che mostrassero più sfaccettature possibili del nostro sound. E abbiamo approfittato del fatto che ormai il concetto stesso di album sta venendo un po’, diciamo così, ripensato: chi si mette più ad ascoltare 10/12 canzoni di fila di un artista solo?!
MIAB: Avete mai pensato ad una voce femminile nella Line Up?
Mater: No. Ma non abbiamo mai pensato nemmeno a una voce maschile. Ci siamo trovati con Bena e Done. Su iniziativa di Bena, fra l’altro. Dopo qualche settimana abbiamo pensato che ci serviva un bassista ed è venuto fuori subito il nome di Ronk. Funzionavamo, secondo noi. Quindi non sono mai stati fatti altri pensieri.
MIAB: Synth e suoni campionati oppure un sound più genuino e naturale?
Mater: Siamo per la genuinità, ma non troviamo nulla di innaturale nei synth!
MIAB: Concerti in programma?
Mater: Qualche presentazione del disco, come quella del 12 gennaio a Ferrara e del 2 febbraio a Bologna, nel salotto di Efesto, ma sono previsti fuochi d’artificio per l’estate…
MIAB: Che cosa ne pensate della scena musicale italiana in generale?
Mater: Adesso passiamo per quelli che rosicano, quindi lo dico io per prima: premetto che noi siamo meno che niente e che non parto dal presupposto che siamo meglio di nessuno. Detto questo trovo il panorama nazionale noiosissimo, autoriferito, pigro, con autori spesso in malafede (artisticamente parlando) che si accontentano di 3 o 4 formule da dare in pasto agli idoli di cartone già destinati a durare non più di una stagione. So di dire una banalità, ma se qualcuno riesce a convincermi del contrario sono io il primo a essere felice.
Non che gli artisti di qualità manchino, sia chiaro. Ma, a mio parere, sono per lo più relegati a quello che una volta si chiamava underground.