“Mondo Perdona”, il primo album da professionista di Luca Amoroso, rappresenta “l’album dell’assenza”. Da una mancanza di punti di riferimento parte una ricerca che si conclude alla fine dell’album, dando speranza. Nella copertina c’è l’artista, nudo, senza maschere, che si ritira in una cornice rurale disabitata da esseri umani, ma solo da animali. Fuori da questa cornice c’è un mondo provato e malvagio, che ha causato quella ferita che si vede sulla fronte. Allora decide di ritirarsi in questo Locus Amoenus, nel quale è in armonia con sé stesso e conduce una vita serena all’insegna della pace e della tranquillità (simboleggiata dall’ Agnello), curando le sue ferite, fisiche e non. Il titolo dell’album è parte di una poesia che Luca ha scritto, di cui la prima frase è: “Luca, il Mondo, Perdona!”. Quindi “Mondo Perdona” in questa ottica è un’esortazione comune: “Tu, Il Mondo, Perdona”. Un mondo che si cerca di perdonare nonostante le sue angherie, la sua natura spietata, i suoi abitanti a sangue freddo, un mondo che alla fine, a pensarci bene, andrebbe solo compatito. Ma si fa difficoltà. L’album è su tutti i principali Stores digitali.
MIAB: Ciao Luca, prima i testi oppure la musica?
Luca: Ciao a tutti i cari lettori. In genere vengono contemporaneamente.
MIAB: Di tutti i brani che hai pubblicato c’è una traccia a cui tenete particolarmente?
Luca: Tengo molto a Liquidambar.
MIAB: In questo album qual è il tema centrale?
Luca: È l’assenza. Dentro l’album c’è un viaggio. Dal vuoto e dall’assenza di punti di riferimento, alla scoperta di una via di fuga.
MIAB: Sei mai stato preso dallo sconforto a tal punto da voler smettere di scrivere musica e testi?
Luca: Si mi è capitato spesso. Sono una persona molto maniacale e ossessiva nella composizione, e anche molto sensibile. Quindi quando ci metti l’anima e il cuore può capitare di trovarsi nello sconforto più totale. Mi è capitato proprio la scorsa settimana mentre assemblavo definitivamente il mio secondo album, ho lavorato troppo, sono entrato in un turbinio di pensieri ossessivi e non sono stato bene. Quindi sì, può capitare spesso.
MIAB: Che genere vorresti suonare che non sia quello che suoni già?
Luca: Mi piacerebbe sperimentare con i sintetizzatori. E anche fare un album di “Sonate” per Pianoforte.
MIAB: Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua musica?
Luca: La musica sta andando indietro, non vedo nessuno valido sinceramente, ormai si fanno solo singoli, nessuno è più capace di fare ALBUM. E per fare quei singoli si pagano 4/5 autori. È assurdo, non sono nemmeno canzoni tue! La mia musica sta andando avanti, voglio rivoluzionare.
MIAB: C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà suoni?
Luca: Bella domanda. Mi piace sempre cercare di assimilare quello che ascolto al mio modo di comporre, mi piace molto sperimentare. Questo è possibile magari ascoltando Elliott Smith, ma anche ascoltando un quintetto di violini di Boccherini, perché mi ispira nella composizione delle partiture per archi. È invece fuori dal mio interesse ricreare atmosfere come quelle che possono essere di band heavy metal oppure Rap.